Descrizione del prodotto

Le principali varietà coltivate nell’area del Monte Santa Croce sono: la “Tempestiva”, la “Napoletana”, la “Paccuta” e la “Lucida”, che da sole o consociate valorizzano e caratterizzano le diverse contrade rurali, da Roccamonfina a Conca, da Marzano a Teano.
La “Tempestiva” o “Primitiva” è la castagna più diffusa tra le varietà coltivate ed è la più precoce in assoluto. I frutti sono di medie dimensioni, dalla forma regolare, globosa, con pericarpo di colore marrone bruno-scuro con strie poco evidenti, con seme bianco -latteo, polpa consistente e dal sapore dolce.
La “Napoletana” o “Riccia” viene considerata un’ottima varietà per le caratteristiche di pregio del frutto, di forma molto regolare e pezzatura media.
La “Paccuta”, particolarmente diffusa nel teanese, presenta frutti grossi, di forma molto regolare a maturazione medio precoce.
La “Lucida” o “Lucente”, diffusa in tutta l’area, presenta un frutto bello e regolare, di pezzatura media, non molto dolce.

Cenni storici

Una leggenda vuole che ancora oggi, nella zona di Roccamonfina, in provincia di Caserta, viva nei pressi del Santuario della Madonna dei Lattani, un albero di castagno della varietà Tempestiva, piantato dal suo fondatore, il francescano S. Bernardino da Siena.
Questi, venuto agli inizi del ‘400 insieme a S. Giacomo della Marca in pellegrinaggio per rendere omaggio all’immagine della Madonna, e volendo edificare in questo luogo un Convento, per conoscere la volontà di Dio provò a piantare in terra il proprio bastone di castagno secco, che subito germogliò.
La coltivazione antica del castagno nell’area è testimoniata sicuramente da atti del 1800, laddove in alcuni libri mastri di aziende di Conca della Campania si parla di vendita di “tempestive”.
Ancora oggi, a distanza di oltre 6 secoli la castanicoltura rappresenta per l’area di Roccamonfina e del Monte Santa Croce una risorsa fondamentale, sia come attività economica, sia per il suo alto valore sociale ed ambientale.

Area di produzione

Negli ultimi anni si è verificato un aumento delle superfici investite con un incremento della produzione che, dai circa 14.000 q.li del ’90, ha raggiunto i 20.000 q.li. Questo valore rappresenta circa metà della produzione provinciale attuale.
La Tempestiva è una delle varietà più precoci d’Italia: apre di fatto la campagna di commercializzazione delle castagne e viene soprattutto destinata alla produzione delle caldarroste. Questa caratteristica consente alla Tempestiva di Roccamonfina di avere, di solito, un buon andamento dei prezzi.
L’area del Monte Santa Croce, particolarmente vocata alla castanicoltura di pregio, è costituita da un territorio di origine vulcanica, caratterizzato dalla presenza dell’ampio cratere del Vulcano di Roccamonfina. I terreni, ricchi dei principali elementi minerali, danno al prodotto caratteristiche qualitative superiori e, anche per la loro esposizione, determinano anche un prezioso anticipo nella maturazione dei frutti. I comuni interessati alla DOP sono: Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Roccamonfina, Sessa Aurunca, Teano e Tora e Piccilli.

Stato della registrazione

Sono in corso di perfezionamento gli studi preliminari per la presentazione, ai sensi del Reg. CEE n. 2081/92, della richiesta di riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP).

Organismo promotore

Comitato promotore per la registrazione della DOP. “Castagna del Vulcano di Roccamonfina”, con sede presso la Comunità Montana “Monte Santa Croce” – Via Roma, 26 – 81035 Roccamonfina (CE

Tratto dal sito della regione campania: www.sito.regione.campania.it

L’annurca non va solo raccolta, ma a differenza delle altre qualità di mele va trattata, protetta e selezionata. I tempi della lavorazione delle mele annurche sono tre, in una prima fase le mele sono disposte in doppio strato con la parte bianca sopra. In questa fase avviene l’arrossamento, favorito dal tempo umido coperto. La seconda fase inizia dopo circa 30 giorni dalla prima. I melai acquistano spessore ( cm. 45-50 al centro) e contengono 2-3 quintali di frutti per metro lineare. I melai sono posti particolari dove le mele annurca, raccolte prevalentemente nel mese di ottobre ( 4-5 ottobre), sono depositate per diventare annurca al 100%. Le mele sono messe, con molta cautela, in panieri foderati, poi in ceste, alternate con strati di paglia, e trasportate al “meglio” o luogo di deposito.

La raccolta e il trasporto devono avvenire col tempo asciutto e le mele non possono essere bagnate neanche di rugiada. La giacenza delle annurca dura nei melai fino ai freddi forti (dicembre-gennaio). La terza fase prevede che le mele residue, dopo accurate selezioni che sono eseguite ogni 15 giorni da personale specializzato, si dispongono in mucchi di maggiore spessore rispetto ai precedenti (sino a m.1).

27 gennaio 2007 – 20:34:41
La Mela Annurca, un gioiello campano.
Nel 1950 Giuseppe Fiorito, con la collaborazione dello stabilimento tipografico ramo editoriale degli agricoltori di Roma, ha pubblicato un interessante opuscolo che tratta in maniera interessantissima della mela annurca, il titolo dell’opuscolo è: “Annurche e Sergenti nei melai della Campania”. L’opuscolo è in mostra presso il MEG (Museo Eno Gastronomico) in Solopaca.

Leggendo il libro si nota immediatamente che la mela annurca non è una semplice mela ma un’arte applicata alla raccolta e al trattamento del pomo campano famoso in tutto il mondo.

L’annurca non va solo raccolta, ma a differenza delle altre qualità di mele va trattata, protetta e selezionata. I tempi della lavorazione delle mele annurche sono tre, in una prima fase le mele sono disposte in doppio strato con la parte bianca sopra. In questa fase avviene l’arrossamento, favorito dal tempo umido coperto. La seconda fase inizia dopo circa 30 giorni dalla prima. I melai acquistano spessore ( cm. 45-50 al centro) e contengono 2-3 quintali di frutti per metro lineare. I melai sono posti particolari dove le mele annurca, raccolte prevalentemente nel mese di ottobre ( 4-5 ottobre), sono depositate per diventare annurca al 100%. Le mele sono messe, con molta cautela, in panieri foderati, poi in ceste, alternate con strati di paglia, e trasportate al “meglio” o luogo di deposito.

La raccolta e il trasporto devono avvenire col tempo asciutto e le mele non possono essere bagnate neanche di rugiada. La giacenza delle annurca dura nei melai fino ai freddi forti (dicembre-gennaio). La terza fase prevede che le mele residue, dopo accurate selezioni che sono eseguite ogni 15 giorni da personale specializzato, si dispongono in mucchi di maggiore spessore rispetto ai precedenti (sino a m.1).

Il trattamento dura fino a marzo senza ulteriori operazioni, salvo la copertura con paglia per ridurre al minimo la perdita di peso. I melai sono luoghi riparati dal sole e dalle intemperie e sono scelti dagli agricoltori con particolare cura. Una produzione altamente qualificata in Campania è realizzata nel Casertano (Maddaloni) e nel Sannio (Sant’Agata dei Goti). Si calcola che ogni mela debba essere manipolata, in gergo “passata”, in media ogni 8-15 giorni; pertanto nel periodo che le mele restano all’aperto in strati sottili (metà ottobre fine dicembre) vengono ad essere lavorate da quattro a sei volte, a seconda dell’andamento stagionale; infatti, con tempo sciroccoso vanno ripassate più spesso. La mela annurca, negli ultimi anni, è diventata un vero e proprio fiore all’occhiello per la Campania e il Sannio in particolare, ma come si riconosce una mela annurca? La Forma della mela annurca deve essere piuttosto globosa, un poco depressa e schiacciata, costante e simmetrica, il peduncolo lungo un centimetro, il colore dal verde al giallo e poi rosso vivo, con striature intensamente colorate; macchie e larga aureola rugginosa intorno al peduncolo, la polpa bianca, soda, croccante, piuttosto resistente, ma succosa, il sapore zuccherino, leggermente acidulo e con leggero profumo particolare, la pezzatura media, piuttosto uniforme e la resistenza con buccia liscia, molto resistente ed elastica. Sopporta ottimamente la manipolazione ed i trasporti. Un grande lavoro dietro ad un piccolo frutto che abbina la genuinità dei terreni e dell’aria delle nostre terre all’arte agricola dei nostri contadini. Dalla mela annurca, negli ultimi tempi, si sta realizzando oltre al sidro squisitissimo anche un’ottima grappa.

Nota: Meg Communication MEG Corso Cusani,114 – 82036 Solopaca – tel. 0824.977901 –fax 0824.313674 e-mail: museomeg@gmail.co